In un mondo politico che disincentiva sempre di più l’utilizzo della plastica e la identifica come uno dei principali veicoli di inquinamento ambientale, va fatta una differenziazione sostanziale che non viene quasi mai sottolineata. La produzione continua di plastica vergine porta al consumo di materi prime non rinnovabili, e quindi è giusto che vada limitata il più possibile, ma più che disincentivare l’utilizzo delle plastiche bisognerebbe incentivarne il riciclo in quanto la plastica riciclata è uno dei migliori materiali a basso impatto ambientale che può essere utilizzata in qualsiasi campo (dal packaging, alla produzione di articoli di design). In Italia esistono delle grandi realtà che si preoccupano del riciclo di plastica e del processo per renderla “nuova” tra cui la Montello di Bergamo che fornisce la materia seconda a chilometro zero (quindi con impatto ambientale pari a zero anche sul trasporto) a tutte le aziende del circondario che ne fanno utilizzo e che apporranno sul nuovo prodotto i simboli del riciclo per un corretto smaltimento, al fine di rendere quella della plastica un’economia circolare in cui tutto si trasforma e nulla diviene rifiuto. Tra Slovenia e Trentino si sviluppa, invece, un particolare tipo di riciclo: quelle delle reti da pesca. Vengono rilavorate ottenendo un filo di Nylon rigenerato chiamato ECONYL® adatto alla tessitura (principalmente nella fabbricazione di swimwear) e utilizzato da grandi marchi come Adidas, Burberry, O’neill e Ferragamo.